19/04/2024

Breve AVVISO: Questa recensione potrebbe contenere piccoli spoiler sulle Cronache di Vearthel.

La saga creata da Riccardo S. Scuto, ambientata nelle terre di Vearthel, è un’altra avventura fantasy che consiglio assolutamente. Questa saga è iniziata nel 2012, quando il primo volume fu pubblicato dal Gruppo Albatros e doveva essere il primo di una tetralogia. Anche il secondo volume fu pubblicato dopo il successo del primo, ma purtroppo la saga non ebbe fortuna. Quando tutto sembrava perduto, ci ha pensato Caosfera Edizioni a pubblicare l’intera tetralogia, accorpata però in due volumi di 300 pagine ciascuno, che contengono l’intera tetralogia. I tomi sono stati pubblicati in contemporanea, per la gioia di tutti gli appassionati che, acquistando entrambi i volumi, potranno godersi l’intera storia del mago Icanus, protagonista dell’intera vicenda.

Icanus è il Prescelto, colui che è destinato a salvare il mondo dalle mire espansionistiche della malvagia Strega degli Elementi e dei suoi scagnozzi, conosciuti come Obscuri. La lotta tra Bene e Male si rinnova in questa bellissima saga, la cui ambientazione è quella del fantasy più classico stile Tolkien e D&D, ma c’è tanto anche di Harry Potter. In primis vi è la magia, che la fa da padrona, e l’autore, pur partendo da idee non proprio originali, ha saputo renderla vivida, ben descrivendo la logica precisa che essa segue in ogni singolo incantesimo, con le sue indicazioni e controindicazioni. Anche nei personaggi si può ritrovare un omaggio a Harry Potter, come l’Accademia di Magia che insegna gli incantesimi base a giovani abitanti di Vearthel, e non può non notarsi la somiglianza con Hogwarts; il preside Vetius che ricorda Albus Silente, l’esiliato Arons che ricorda Sirius Black, poi ci sono i Neckill, spiriti della paura che stimolano le più recondite paure in chiunque incrociano sul proprio cammino come i Dissennatori; ma il tutto culmina nel professor Hartemius, il cui odio verso Icanus, la cui ambiguità, che si nota dalle prime pagine, i capelli unti, non può che essere un omaggio al professor Severus Piton. A differenza di Piton, però, Hartemius è molto più malvagio ed astuto, infatti, all’inizio è ambiguo ed è un po’ difficile capire da che parte stia, ma pian piano si scopre essere il più fedele servitore della Strega, per cui il lettore fino alla fine non può non odiarlo per le sue azioni sempre più nefande.

L’intera vicenda è un ottimo equilibrio tra avventura, intrighi, magie, azione e combattimenti. Questi ultimi, come ben sanno i miei scrittori affezionati, non possono mancare nelle mie letture. Anzi, questa è l’unica saga fantasy che finora mi è capitata di leggere in cui non ci sono combattimenti a colpi di spada o corpo a corpo, ma solo combattimenti a colpi di magia. Tra i più belli, i duelli del Torneo di Magia, presente nel primo libro, lo scontro con gli Elementali di Fuoco e Aria nel secondo libro, il duello tra le due elfe gemelle nel terzo libro, così come il duello tra Icanus e Vardea sempre nel terzo …oddio che spoiler che sto facendo!

Come si evince dal titolo, la storia è ambientata nelle terre immaginarie di Vearthel, e l’autore ha saputo creare una trama i cui personaggi hanno ottime “scuse” per percorrere ogni angolo e confine di tali terre e mostrarle quindi a noi lettori. Il primo capitolo della saga che si intitola La Strega degli Elementi, la cui vicenda somiglia a Il Calice di Fuoco di Harry Potter, è ambientato nella capitale Vearthel Città, per poi spostarsi oltre i confini di tale capitale nel capitolo successivo intitolato Il Talismano di Adrogaal, la cui vicenda ricorda invece La Compagnia dell’Anello, che vede Icanus, accompagnato dalla sua amata Elanor e da Arons, impegnato nella ricerca appunto del talismano di Adrogaal, che successivamente li porta nelle cupe terre di Mordakun, roccaforte della Strega e delle sue truppe, le cui vicende sono narrate nel terzo capitolo intitolato La Fenice di Fuoco che ricorda Il Ritorno del Re, ed è il mio capitolo preferito. L’epilogo si ha nel quarto ed ultimo tomo intitolato La Triade del Male, dove questa volta l’autore ci trasporta oltre i confini di Vearthel nelle isole di Aland, dove i nostri protagonisti sono impegnati nello scontro finale contro Vardea ed i suoi scagnozzi, che danno il nome al titolo dell’episodio. E qui, in questo capitolo finale, che ricorda Il Viaggio del Veliero de Le Cronache di Narnia, Icanus non solo darà tutto sé stesso per difendere ciò che gli è più caro, ma scoprirà le sue origini, che risalgono proprio nelle isole Aland.

Per concludere, Voto da 1 a 10: 10 e Lode!

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