Mallozzi si apre sulla stagione 3 di Stargate Universe!

Dopo la cancellazione della serie Stargate Universe nel 2011 e, poco dopo, dell’intero franchise da parte di MGM, il produttore e sceneggiatore dello show, Joseph Mallozzi ha postato sul suo blog alcune informazioni su quella che avrebbe dovuto/potuto essere la terza stagione di SGU e, più in generale, il futuro della serie se non fosse stata cancellata prematuramente. Dopo aver brevemente parlato di un finale alternativo della seconda stagione – che vedeva Young e non Eli restare solo a bordo della Destiny – poi scartato per varie ragioni, Mallozzi ci presenta alcuni potenziali scenari, poco più che abbozzati, su come le cose sarebbero potute andare per l’equipaggio di Universe. Vediamo le varie opzioni proposte:

In qualche modo Eli riesce a riparare uno dei pod danneggiati e si unisce agli altri in stasi. Per farlo reindirizza l’energia necessaria al supporto vitale sfruttando il sistema indipendente dell’unica navetta rimasta. Si risveglia con il resto dell’equipaggio da tre a mille anni dopo. In un altro scenario Eli non riesce a riparare i pod o a estendere il supporto vitale, quindi sopravvive sedendosi sulla sedia e caricando la sua coscienza sul computer della Destiny. “Dal momento che questa soluzione avrebbe portato Eli a rinunciare alla sua forma fisica (in sostanza morire), era un’opzione riservata ad un potenziale film, in quanto non potevamo immaginare che il nostro eroe esistesse in questa forma per un’intera stagione”. Gli avrebbe permesso di ricongiungersi con Ginn e consentire all’equipaggio il pieno controllo della nave con Eli come gli occhi dell’equipaggio su tutti i sistemi della Destiny.

E se il salvataggio fosse arrivato sotto forma di una forza esterna? Si tratta di un’altra strada possibile da percorrere, ma non così soddisfacente in quanto toglie la soluzione dalle mani del nostro eroe. Nel corso di tre (?) anni, la Terra trova finalmente un modo per chiamare la Destiny e lancia un’operazione di salvataggio. La fonte di energia utilizzata potrebbe essere qualcosa della genialità combinata di Samantha Carter e Rodney McKay o forse Jonas Quinn trova un modo sicuro per chiamare la Destiny dal suo pianeta. Altra alternativa: Quando l’FTL della Destiny viene meno a centinaia di anni dalla prossima galassia, il salvataggio arriva sotto forma di un ramo dei discendenti della Terra, una società militare avanzata che ha dominato il volo spaziale ed è ora in possesso di un’enorme armata. Salvano la nave, ma le loro motivazioni si rivelano tutt’altro che onorevoli poiché, a quanto pare, hanno dei progetti sulla Destiny.

“Quest’ultimo è probabilmente il mio scenario preferito” afferma Mallozzi “in quanto amavo l’idea di una plausibile forza militare umana che diventasse il nostro ‘big bad’ della terza stagione”. Il salvataggio potrebbe arrivare sotto forma di una razza aliena, forse i resti degli Ursini o degli alieni bluastri che – ora armati delle informazioni che hanno estratto da Chloe – colgono finalmente l’opportunità di prendere la Destiny. Si parlava anche della salvezza sotto forma di una specie aliena completamente nuova, forse una razza basata sull’energia raccolta inconsapevolmente durante una sosta di rifornimento presso una stella. Eli inizia ad intravedere queste entità e presume, dopo tre anni da solo, che sta impazzendo e ha allucinazioni. Alla fine gli alieni lo contattano ed, essendo basati sull’energia, sono in grado di fornire il potere necessario per garantire che la Destiny completi il suo viaggio.

Quando è diventato chiaro che una terza stagione non era possibile, Brad Wright ha lanciato l’idea di due film: il primo si sarebbe concentrato su un’operazione di salvataggio che avrebbe visto diversi volti familiari (Carter, McKay, Daniel Jackson tra i primi) salire a bordo della Destiny per aiutare l’equipaggio a respingere la razza militare umana precedentemente menzionata; il secondo sarebbe stato un’avventura solitaria che avrebbe visto il team completare finalmente la missione della Destiny. Questo tutto quello che è stato rivelato – per sommi capi – sul secondo spin-off del franchise di Stargate, quello che più ci ha lasciati con l’amaro in bocca per il modo in cui è stato interrotto. Non sarebbe un’ottimo spunto per un libro?

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